Nutrizione in gravidanza 

La gravidanza è una condizione fisiologica durante la quale i bisogni nutritivi sono aumentati in quanto l’organismo della gestante oltre a dover soddisfare le proprie necessità nutritive, deve far fronte ANCHE ai fabbisogni di crescita e sviluppo fetale e delle strutture materne necessarie durante la gravidanza (sangue,placenta, feto, ghiandole mammarie). 
 
Gli errori nutrizionali durante la gravidanza si ripercuotono sulla salute della madre e del neonato durante questo periodo e anche nel prosieguo della vita di entrambi! Da non sottovalutare è lo stato nutrizionale della madre prima della gravidanza: se le riserve organiche sono buone potranno servire da adeguati depositi a cui attingere per supplire a possibili carenze durante questo periodo.
 
Gli obiettivi alimentari per una gestante sono:
 
- Soddisfare le necessità nutritive della madre;
- Soddisfare le esigenze nutritive tale da favorire una corretta crescita fetale;
- Preparare l’organismo materno al parto;
- Promuovere il futuro allattamento naturale.
 
Dal punto di vista ENERGETICO: La gestante, per sostenere il fabbisogno metabolico della gravidanza (accrescimento materno e fetale) e lo sforzo fisico aggiuntivo, presenta un aumento delle necessità energetiche. 
Dal punto di vista PROTEICO: La gestante ha un maggiore fabbisogno proteico. Le proteine addizionali sono necessarie per sostenere la sintesi dei tessuti materni e fetali. 
Dal punto di vista LIPIDICO: Poichè il lattante ha un fabbisogno di lipidi elevato, durante la gestazione è opportuno prestare attenzione a questo aspetto. L'apporto lipidico è infatti FONDAMENTALE per lo sviluppo del sistema nervoso e della retina del nascituro. Fra questi risalta l’acido docosaesaenoico (DHA); durante la gestazione, il grande sviluppo del sistema nervoso esige un importante apporto di questo acido che viene sintetizzato soprattutto nel fegato e nella placenta e attraverso quest’ultima viene reso disponibile al feto.
Nonostante la biosintesi, l’apporto di acido docoesaenoico è così importante che BISOGNA disporre di una fonte addizionale per assicurarne il corretto apporto; ciò si ottiene includendo il pesce nella dieta della gestante, poichè questo alimento ne è ricco.
Dal punto di vista VITAMINICO: La supplementazione vitaminica con prodotti farmaceutici da banco è abbastanza comune, ma la maggior parte delle gestanti possono raggiungere le quantità giornaliere raccomandate alimentandosi adeguatamente. Eccetto le vitamine A, E, K, tutte le altre presentano una aumentato fabbisogno durante la gestazione. Meritano una speciale attenzione l’acido folico e la vitamina D. L’elevato fabbisogno di acido folico, più del doppio rispetto alla non-gestante, è dovuto al suo coinvolgimento diretto nella fase iniziale della sintesi degli acidi nucleici che è particolarmente aumentata a causa dell’elevato ritmo di replicazione cellulare e per l’aumento dell’escrezione urinaria della madre. Un deficit nell’apporto di acido folico è causa di anemia megaloblastica nelle gestanti e può provocare malformazione del tubo neurale del feto. Considerata l’essenzialità dell’acido folico, la dieta della gestante deve contenere alimenti ricchi in questa vitamina.
Dal punto di vista dei MINERALI: Il ferro, insieme alla vitamina D, è il nutriente che presenta un maggior incremento nel fabbisogno della gestante. Ciò è dovuto alla somma delle necessità materne e fetali, soprattutto in seguito all’aumentata produzione di eritrociti (globuli rossi). Nel feto, il ferro è richiesto non solo nella formazione di molecole come l’emoglobina e la mioglobina, ma anche per formare un deposito epatico di ferro. Questa riserva sarà mobilizzata durante la vita neonatale per compensare la bassa concentrazione di questo elemento nel latte materno. Spesso è necessaria un’integrazione farmacologica che eviti il rischio di un apporto insufficiente. Importante è anche lo iodio, il cui deficit può provocare gravi problemi al feto, soprattutto al sistema nervoso, con conseguenti gravi deficit intellettuali: ciò è dovuto all’inadeguata sintesi di ormoni tiroidei. L’aumentato fabbisogno di calcio, invece, è conseguenza della calcificazione ossea fetale. Se l’apporto di calcio con la dieta non è sufficiente NON SEMPRE induce disturbi nel feto però può provocare un’eccessiva demineralizzazione ossea nella madre! Per quanto riguarda il fosforo, una dieta equilibrata fornisce sempre le quantità necessarie previste per qualunque situazione fisiologica.
 

Nutrizione durante l'allattamento 

L’allattamento è una situazione fisiologica durante la quale aumentano le necessità nutrizionali della donna come conseguenza dello sforzo metabolico dovuto alla produzione del latte che sarà l’alimento in grado di fornire al neonato l’energia ed i nutrienti necessari per proseguire la sua crescita e sviluppo postnatale. La secrezione di 800 ml/die rappresenta una spesa energetica per la donna di circa 550 kcal. Il dispendio energetico è notevole per la complessa sintesi di molte sostanze contenute nel latte! Per produrre un litro di latte sono richieste 700-800 kcal che provengono in parte dalla dieta e in parte dai grassi accumulati durante la gravidanza. 
 
Errori nutrizionali durante l’allattamento possono  influenzare la quantità di latte prodotto dalla madre, un inadeguato apporto proteico può provocare una minore produzione di latte e talvolta può influenzare in parte la qualità del latte.
 
 

Dal punto di vista ENERGETICO: Durante l'allattamento si raccomanda un'assunzione di 500/700 kcal in più rispetto ai valori base dalle donne. Una parte dell’energia è infatti necessaria per la mobilizzazione dei grassi che si sono accumulati durante la gravidanza e che servono per la produzione del latte. Questi grassi forniscono da 100 a 150 kcal/die durante i primi mesi di allattamento. L’utilizzo continuo durante l’allattamento dei grassi immagazzinati in gravidanza contribuisce a recuperare il peso abituale della donna previo al concepimento. Se la madre non allatta l’eccesso fisiologico di peso dovrà essere eliminato con una dieta ipocalorica e/o attività fisica, che sono le misure che si applicano nella maggioranza dei casi di eccesso di peso.

Dal punto di vista PROTEICO:  L’assunzione appropriata di proteine è necessaria per una buona produzione di latte. 

Dal punto di vista LIPIDICO: Il contenuto di grassi del latte materno riflette direttamente la quantità e la qualità di saturazione dei grassi assunti con la dieta dalla madre. Se si ha restrizione calorica vengono utilizzati in grande quantità i grassi corporei. lllatte quindi ha una composizione in acidi grassi simile a quella che si riscontra nei depositi di grasso della madre. Il latte materno contiene da 10 a 20 mg di colesterolo/100 ml che porta ad un consumo di oltre 100 mg di colesterolo al giorno per il lattante. Anche in questo caso il contenuto di colesterolo dipende dalla dieta della madre e comunque i livelli di colesterolo nel latte materno si riducono con l’avanzare del periodo di allattamento.

Dal punto di vista VITAMINICO: Durante l’allattamento le assunzioni raccomandate di vitamina A sono più elevate e questo obbliga all’introduzione nella dieta di alimenti ricchi di questa. Stesso discorso vale per la vitamina D per la quale le assunzioni raccomandate sono lo stesse di quelle previste durante la gravidanza. Fra le vitamine liposolubili, durante l’allattamento si devono assumere quantità di vitamina E. I livelli nel latte materna di questa vitamina, così come le vitamine del gruppo B, specialmente la tiamina (B1) e la riboflavina (B2), dipendono direttamente dall’assunzione dietetica e quindi l’alimentazione deve essere particolarmente variata, durante il periodo di allattamento, e comprendere alimenti ricchi anche di queste vitamine.

Dal punto di vista dei MINERALI: Il calcio ed il fosforo sono nutrienti particolarmente necessari così come durante la gravidanza. I maggiori fabbisogni sono dovuti all’elevata crescita in cui i fenomeni di calcificazione dipendono dal latte materno che nella sua composizione di solito contiene importanti ed adeguate quantità di entrambi i minerali. Per quanto riguarda il ferro, le assunzioni raccomandate sono uguali a quelle di una donna di pari età che non allatta. La limitata quantità di ferro nel latte e l’assenza di mestruazioni potrebbe indurre a pensare che il fabbisogno di questo minerale possa essere minore in questa fase della vita della donna; in realtà, è raccomandabile mantenere elevati livelli di assunzione per due ragioni: la prima è per ripristinare i depositi epatici che si sono impoveriti durante la gravidanza e la seconda per recuperare le perdite di ferro conseguenza delle perdite ematiche durante il parto. Inoltre, adeguati apporti di iodio nel neonato evitano i ritardi della crescita che di solito minacciano il bambino nato nelle zone in cui le diete sono deficitarie di iodio.

 

Il latte materno è CONSIGLIATO perchè:

 
- ha una qualità nutrizionale superiore a qualunque alternativa;
- è batteriologicamente sicuro; 
- contiene diversi fattori antiinfettivi e immunologici;
- vi è minore rischio di sovra-alimentazione per il neonato;
- favorisce uno sviluppo mandibolare e dentale adeguato;
- è più economico delle formule commerciali oggi disponibili; 
- promuove un contatto più stretto tra la madre ed il bambino.
 

L’allattamento al seno è invece SCONSIGLIATO nelle seguenti situazioni:

 
- deficit nella quantità di secrezione (agalattia);
- malformazioni del seno;
- patologie infettive in atto (materne o neonatali);
- patologie fetali gravi come fenilchetonuria o galattosemia;
- ittero del neonato;
- madre alcolizzata o tossicodipendente.