Nutrizione nell'anziano
La vecchiaia è una condizione di salute che richiede una cura speciale. Essa è caratterizzata da una serie di cambiamenti fisiologici e dell'organismo che possono influenzare anche l'alimentazione e nutrizione della persona.
Cambiamenti fisiologici e psicologi nella terza età
I principali cambiamenti nella composizione dell’organismo che hanno luogo nell’invecchiamento sono:
- Una perdita progressiva della massa magra metabolicamente attiva, specialmente della massa muscolare, perdita che può essere influenzata anche dalla modificazione dello stile di vita e da un aumento della sedentarietà. Questa modificazione comporta una diminuzione delle necessità energetiche che possono influire sull’assunzione di alimenti e condurre al rischio dimalnutrizione proteico-calorica e di altri nutrienti, specialmente micronutrienti;
- Un aumento della massa grassa dell’organismo, metabolicamente inattiva e che può aumentare la predisposizione al diabete;
- Una diminuzione della densità ossea, con ripercussioni negative sulla mobilità e capacità funzionale e di conseguenza sulla richiesta energetica.
Dal punto di vista sensoriale, durante l’invecchiamento si ha una diminuzione della capacità funzionale dei sensi che interessa sia le attività di acquisto e di preparazione degli alimenti, sia lo stimolo per alimentarsi ed il processo di digestione degli alimenti. I sensi che maggiormente influiscono sullo stimolo dell’appetito sono la vista, l’olfatto ed il gusto. La vista e l’olfatto sono altresì importanti per lo stimolo delle secrezioni del tubo digerente (fase cefalica) e la preparazione per l’inizio del processo della digestione. Invecchiando diminuiscono le papille gustative e la loro sensibilità, sebbene questo fatto non avvenga con la stessa intensità per tutti i gusti nè allo stesso modo nelle varie zone della bocca.La diminuzione della sensibilità al salato può condurre all’uso eccessivo di sale (durante la cottura o in tavola) con i conseguenti inconvenienti, specialmente per le persone che richiedono una dieta iposodica.La conservazione della sensibilità al sapore dolce può indurre l’aumento del desiderio di zuccheri semplici a rapido assorbimento, i dolciumi ed i prodotti di pasticceria industriale che inoltre sono solitamente ricchi di grassi saturi. L’abitudine ad assumere questi alimenti può comportare un eccesso di assunzione calorica e di acidi grassi saturi con il rischio di uno squilibrio dietetico e di sovrappeso o obesità. Le modificazioni del senso dell’olfatto con l’età, implicano sia una diminuzione della sensibilità come la capacità per identificare odori sgradevoli. Queste alterazioni sono in gran parte responsabili della diminuzione o perdita del piacere verso il pasto e dell’effettuazione di assunzioni insufficienti con instaurarsi di malnutrizione.
Anche l’apparato digerente subisce alterazioni nell’invecchiamento con un elevato potenziale di influenze negative sull’alimentazione-nutrizione. Nella cavità buccale hanno luogo una serie di cambiamenti significativi che interessano la capacità masticatoria (digestione meccanica), l’adattamento corretto e duraturo delle protesi dentarie, la salivazione, la digestione chimica per azione degli enzimi della saliva e la capacità di deglutizione. Un’elevata percentuale dei nostri anziani presenta problemi di dentizione con carenza nel numero dei denti. Il deterioramento può essere favorito, in numerose occasioni, da abitudini di igiene orale non corrette. La difficoltà per mangiare, come conseguenza delle alterazioni buccali, rappresentano di solito per l’anziano una situazione di imbarazzo, situazione vissuta con angoscia quando l’atto del mangiare avviene in gruppo; può ferire la sua autostima e deteriorare la relazione con le persone che lo circondano, fatto che ripetendosi incide a sua volta sullo stimolo per alimentarsi con conseguente rischio di malnutrizione e limita la possibilità di raggiungere gli obiettivi, anche i meno restrittivi, dell’alimentazione. A livello dell’esofago, risalta la relazione inversa tra età e pressione degli sfinteri, principalmente l’inferiore. Questo fatto giustifica la maggiore incidenza di episodi di reflusso gastroesofageo in età avanzata che può essere moderato con una dieta e delle abitudini adeguate. Nello stomaco si ha iposecrezione del succo gastrico, ed è quindi presente ipochilia, ipocloridria e diminuzione della pepsina che può interferire nella digestione delle proteine. Nell’intestino tenue diminuisce, nell’invecchiamento, la capacità di adattarsi ad una minore ingestione di calcio aumentando la capacità di assorbimento, così come avviene in età più giovane.
Non meno importanti sono i cambiamenti PSICOLOGICI: Il sentimento di solitudine, la perdita del ruolo, le perdite emotive, ecc. sono fattori che determinano la diminuzione dell’autostima e la perdita di interesse per la propria cura, specialmente nell’ambito dell’alimentazione. L’apprendimento dell’invecchiamento attivo e la disponibilità dell’assistenza per il supporto possono essere strumenti efficaci per combattere la malnutrizione derivata da queste situazioni.
Assunzioni raccomandate di energia e nutrienti
Dal punto di vista ENERGETICO: Con l’età diminuiscono le necessità energetiche. Vi è una diminuzione di circa un 5% per ogni decade tra i 40 ed i 59 anni e di un 10% per ogni decade tra i 60 ed i 79 anni. Questa diminuzione è attribuita fondamentalmente a due cause:
- Cambiamenti nel peso e nella composizione dell’organismo: nell’invecchiamento si ha una perdita costante di massa magra ed un aumento di massa grassa. Come conseguenza della diminuzione di massa libera di grasso, che è metabolicamente attiva, si ha una diminuzione del metabolismo basale che rappresenta circa i 2/3 della spesa energetica totale.
- Diminuzione dell’attività fisica: l’attività fisica rappresenta circa 1/3 della spesa energetica totale, sebbene esistano grandi differenze interindividuali. L’abbandono dell’attività lavorativa, la tendenza alla sedentarietà, le disabilità, la solitudine e l’isolamento sono fattori che favoriscono la diminuzione dell’attività fisica.
Dal punto di vista PROTEICO: Alcuni studi indicano che elevate assunzioni di proteine potrebbero favorire un miglior bilancio azotato e stimolare la formazione di massa muscolare. Questa maggior sintesi proteica, in risposta ad un maggior uptake di amminoacidi, indicherebbe che la perdita muscolare non è conseguenza di una minore capacità per usare efficacemente gli amminoacidi, bensì il risultato di una riduzione dell’assunzione di proteine ed energia. Di contro, però, un aumento eccessivo dell’apporto proteico potrebbe portare ad un sovraccarico renale e successivamente insufficienza renale.
Dal punto di vista dei CARBOIDRATI: Nell’invecchiamento, i carboidrati della dieta hanno la sola funzione di fornire energia. Si consiglia che l’apporto energetico dei carboidrati oscilli tra il 50 ed il 55% dell’apporto totale della dieta, dando la preferenza ai carboidrati complessi presenti nei cereali, nelle leguminose e in alcune verdure ed ortaggi. Il consumo di zuccheri semplici, ad assorbimento rapido, non deve superare il 10% dell’apporto energetico totale; in questo 10% non sono compresi gli zuccheri semplici della frutta, le verdure ed i latticini.
Dal punto di vista LIPIDICO: Le raccomandazioni degli esperti indicano che i lipidi della dieta devono apportare tra un 30 ed un 35% dell’energia totale. Esiste abbondante letteratura sull’influenza dei grassi nelle malattie cardiovascolari e l’aterosclerosi. Si consiglia una maggior presenza di acidi grassi monoinsaturi provenienti dall’olio extra vergine di oliva e la presenza, in quantità significative, degli acidi grassi poliinsaturi provenienti dal pesce.
Dal punto di vista VITAMINICO: la carenza di folati è collegata ad alcuni disturbi neurologici e psichici dell’invecchiamento. Se ne consiglia quindi una maggiore assunzione quotidiana. Inoltre, una percentuale considerevole di persone anziane non assorbe adeguatamente la vitamina B12, e questo dato consiglia un aumento delle assunzioni raccomandate. Anche le assunzioni di vitamina D devono aumentare, considerando la sua importanza per la salute dell’osso e la diminuzione dell’efficacia della sintesi cutanea di vitamina.
Dal punto di vista dei MINERALI: Così come per le vitamine, si consiglia un aumento delle assunzioni raccomandate dei minerali, in particolar modo di calcio, la cui carenza favorisce l'osteoporosi.
Invecchiando, inoltre, la progressiva sostituzione della massa magra con massa grassa comporta la diminuzione della percentuale di acqua nella massa corporea. Si consiglia un'adeguata assunzione quotidiana (almeno 1 L e mezzo/die) per evitare condizioni di disidratazione e perdita di peso.